giovedì 16 ottobre 2008

LO SVILUPPO FA BENE, LEGAMBIENTE LO DICE MA LO NEGA


Tratto da un articolo di di Fabrizio Proietti


In testa alla classifica delle città più "ecosostenibili" e attente ai problemi ambientali in genere, pubblicata dal Sole 24 Ore troviamo tutte città del centro-nord, mentre in fondo troviamo le città del sud. La ragione è evidente: contrariamente a quanto sostengono gli ecologisti, l’attenzione per l’ambiente migliora laddove c’è lo sviluppo.

Quando parliamo di sviluppo non parliamo solo di pil, ma di una serie di condizioni sociali e infrastrutture che rendono più agevole la vita ai cittadini. Scuole che educano, ospedali che curano, servizi sociali che rispondono ai bisogni delle famiglie, strade e ferrovie per collegare, opportunità di lavoro: tutto questo fa parte di una città e di un paese sviluppato, oltre ovviamente al pil.

Il fatto è che in tutto il mondo gli indicatori ambientali - la qualità dell’aria, dell’acqua, la salute delle foreste e così via – sono buoni e in miglioramento nei Paesi industrializzati e cattivi o in via di peggioramento nei paesi poveri.

Cito, a mo’ di esempio, un rapporto del Centro Internazionale per la fertilità dei suoli e lo sviluppo agricolo (Ifdc) il quale afferma che dal 1980 al 2004 l’Africa subsahariana ha visto degradarsi rapidamente il 75% dei terreni agricoli. Motivo: un eccessivo sfruttamento del suolo dovuto a pratiche agricole inadeguate, ovvero sistemi primitivi di agricoltura.

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